Brevissimo riassunto delle puntate mancanti

 

Dunque, la protagonista, come avevamo già visto nelle ultime puntate, affronta eroicamente la trasmigrazione che dall’Italia la porta nella grande Germania. Ivi trascorre il suo primo anno allegramente e spensieratamente, intenta solo all’apprendimento dell’ostico idioma, al perfezionamento dell’equilibrio sulla bicicletta e alla panificazione.

 

Un giorno Lui le propone timidamente di mostrare il suo curriculum vitae ad un amico comune, così, tanto per vedere cosa succede. Lei, pensandosi al riparo da qualunque proposta di lavoro, per accontentarlo ne stampa una copia non aggiornata, in italiano.

 

Da quel giorno la sua vita non sarà più la stessa. L’amico comune, in grado di leggere la lingua italiana, la piazzerà sul mercato del lavoro internazionale nel breve lasso di due settimane. La nostra eroina non sarà in grado di rifiutare l’allettante prospettiva di lavorare presso l’Agenzia Spaziale Europea e cederà incautamente alla proposta di lavoro. Un anno dopo, a chi stupito le chiedeva perché voleva lasciare un lavoro così interessante in un ambiente tanto prestigioso, rispondeva che tecnicamente anche l’indiano che spazza le foglie dai viali del parco dell’agenzia lavora per l’ESA.

 

Contro il volere di tutti decide quindi di abbandonare il lavoro, ma non riesce a licenziarsi, il suo capo la coinvolge ancora una volta in un lavoro interessantissimo, in un progetto che in tutto il mondo ve ne saranno forse cinque. Divorata dall’ottimismo e dalla curiosità, più che dall’ambizione, cede ancora una volte alla lusinga del nuovo lavoro e non riesce più a liberarsene. Tutte le sue energie sono irrimediabilmente fagocitate dall’attività lavorativa, in un paese dove la parola lavorare non assume i molteplici significati di leggere email/prendere il caffè/leggere il giornale/telefonare/pranzare/riprendere il caffè/guardarsi le offerte di viaggi su internet/chiacchierare/ritelefonare/lavorare. Nel frattempo trascura tutti i suoi interessi ed i suoi passatempi, acquista dieci chili di peso, comincia a smaniare per il caldo quando la temperatura esterna supera i ventidue gradi, guarda con riprovazione gli stranieri che non si comportano da tedeschi modello, si scaraventa fuori di casa alla prima comparsa di un timido sole nel vano tentativo di far virare il proprio colorito dal giallo elisabettiano al pesca mediterraneo.

 

Esasperata dalla piega che gli eventi hanno preso, decide di riprendere in mano la propria vita, a cominciare dalla tastiera, per scrivere, nella lingua italiana, e non nei barbari idiomi a cui è quotidianamente costretta.

 

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