Mostri

Ada è una signora settantenne di classe, molto pacata e tranquilla. Più di dieci anni fa il marito architetto l’ha lasciata per la segretaria, una giovane donna trent’anni più giovane di lui. Sulla soglia di casa, con le valige in mano e lei disperata in lacrime, lui aveva trovato la forza di accomiatarsi dicendole, “scusami, cara, ma lei è per me l’ultima spiaggia”. Dopo tanto tempo ormai si incontrano molto di rado. Frequentano lo stesso dentista ma la segretaria, che li conosce entrambi, ha cura di prendere appuntamento per loro in giorni diversi, per una questione di sensibilità, sembrerebbe. Quando l’altro ieri Ada si è recata dal dentista la segretaria ha sfruttato il tempo di attesa per rivolgerle la parola in questi termini:

“Cara Ada! Se sapesse cosa è successo l’altro giorno! L’altra segretaria si è sbagliata a prendere appuntamento, lei mi ha capito, e non sa che putiferio! E’ venuta la madre di quella ragazza, quella che s’è portata via suo marito, per intenderci, che pure lei viene qui che sono anni ormai, ed è venuto pure lui, sa, nello stesso pomeriggio. Quando si sono visti lei ha cominciato ad urlare e ad inveire, ma gli ha detto certe cose! “Tu, sporcaccione, che ti sei preso il mio fiore! Ti è piaciuto il mio fiorellino, è vero?! E io che ti avevo accolto! Ma cosa le hai dato tu, vecchiaccio che non sei altro! Non hai una casa, niente, sei un architetto e non hai niente!” E lui non sapeva dove nascondersi, si è chiuso in bagno e non voleva più uscire, che scena! Davvero! Non sa cosa si è persa! Ah, Ah …. e insomma, ma lei l’ha poi più rivista la ragazza? Mah, a me pare caruccia, poi sempre ben vestita, porta certi gioielli, sembra una Madonna, sembra …”

Ada ha ascoltato senza reagire, come è nella sua natura, e poi, per sua fortuna, il dentista l’ha ricevuta in visita.


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