Primo contatto

Già dall’alto è tutto diverso. Le linee sono nette, i colori definiti, niente sbavature o sfumature. L’aeroporto è un po’ grigio ed anonimo, come altre cose che vedrò. Ho con me il gatto da nove chili, pesa, trovo un carrello e ci isso sopra il trasportino che lo contiene. Il ritiro bagagli è al fondo di una scala mobile, guardo il carrello, guardo la scala, mentre sto per rinunciare al primo un signore mi invita gentilmente a sospingere il carrello sulle scale, evidentemente deve aver bevuto troppa birra. L’autoctono non si arresta davanti alla mia diffidenza, ci prende e ci spinge verso le scale e mentre sgomenta mi accingo a precipitare avviene il miracolo, il carrello cambia assetto e si ferma, io ed il gatto siamo salvi.

A ritirare i bagagli saremo una decina di persone, ci sono decine di nastri, quello del mio volo dopo qualche minuto serve il mio trolley ed insieme ci muoviamo verso l’uscita, con largo anticipo sull’orario di arrivo previsto, Lui mi aspetta sorridente e mi accoglie in Germania.

Ho atteso una mattinata prima di uscire da sola, con la carta della città nella borsa, è tutto molto semplice, le strade si incrociano ad angolo retto, i cartelli ne indicano i nomi e l’insieme di civici che si trovano sul tratto della via. Sul citofono delle case oltre al nome è indicato l’interno ed il piano. Ci sono semafori per tutti, auto, biciclette, pedoni, ci sono strisce per tutti, auto, biciclette pedoni, è semplice, tu segui la tua corsia e non ti puoi sbagliare. Ehi! Tu! Ma cosa fai, cammini fuori dalle strisce? E’ perché? Non sei tedesco tu? E comportati da tedesco, accidenti, che io mica vengo qui per trovare lo stesso casino che c’è a casa, oh! Hai capito? Dico a te!

La cittadina è piena di parchi verdi, curati, l’erba è rasata, le aree per i bimbi ben attrezzate, le scolaresche lo attraversano in fila per due, ordinate, disciplinate, multi etniche. Ehi! Tu! Ma che accidenti … perché stai strappando le pagine di quel libro? Ma che si tratta così un libro! E poi perché continui a disseminare il parco di fogli? Guarda, è tutto bello lindo e tu stai facendo uno schivo! Non sei tedesca tu? E comportati da tedesca! Mi hai sentito, Crucca? Dico a te!

Ho deciso di fare un corso intensivo di tedesco, presso il prestigioso Goethe Institut, accedo al sito internet, molto ben fatto, è tutto molto semplice, ci sono tanti corsi per tutte le esigenze, molte sedi, le mappe, i collegamenti. Ma insomma! Scusa, ma se io accedo al sito di una scuola dove si insegna il tedesco, forse è perché sono interessata a fare un corso, no? Quindi, probabilmente, il tedesco non lo conosco, giusto? E allora perché le FAQ sono in lingua tedesca? In inglese, almeno potevate fare lo sforzo di tradurle in inglese, no? Non siete tedeschi? Ehi, dico a voi!

 

Già dall’alto è tutto diverso. Le case e le strade sono asimmetriche, edifici di tutti i tipi, di tutte le dimensioni. Una nera colonna di fumo si alza da un campo in fiamme.

A ritirare i bagagli saremo un centinaio di persone, ci sono dieci nastri, su quello del mio volo scaricano anche le valige di altri dieci voli, è impossibile vedere il nastro tanta è la gente che vi è assiepata intorno. Sono tutti arrabbiatissimi, molti di loro attendono da un ora e trenta il bagaglio, nel frattempo hanno stretto amicizia, alcuni meditano di sporgere denuncia, sono tutti molto uniti. Ad un tratto scatta l’applauso, qualcuno in prima linea conferma l’uscita di alcune valige, ora sono tutti contenti e allegri, si scavalcano, trascinano via i loro bagagli, si salutano festanti ‘ciao, ciao, eh’. Dopo un’ora anche io ho il mio trolley, mi muovo verso l’uscita, con un ora e trenta di ritardo, nessuno mi aspetta, bentornata a casa.

2 Responses to “Primo contatto”

  1. Succo writes:

    Okkivsipen! ;D

  2. menzogna writes:

    guten tag, frau occhivispi!!!! questo è quello che mi è rimasto dopo tre mesi del tuo suddetto corso!

Leave a Reply