Heidelberg
lunedì, 3 Ottobre 2005
E’ piuttosto vicina, ci siamo stati oggi, nel giorno della riunificazione per la Germania, festa nazionale per i Tedeschi. Piove e tira vento, ci sono solo dieci miserandi gradi, e siamo solo ai primi di ottobre. Ho il navigatore satellitare, l’ho comprato per non perdermi e ci sto riuscendo, nonostante i tentativi di depistaggio del mio navigatore umano, spesso in disaccordo ed in aperto contrasto con quello satellitare.
- Qui! E’ qui! Gira a destra, c’é scritto centro!!
- Si, ma non c’é scritto Heidelberg, mancano ancora 5 chilometri, secondo il satellitare
Dopo un po’
- Che faccio allora, lo spengo ‘sto satellitare?
- Noo!! Dobbiamo ancora arrivare!!
Insomma, alla fine arriviamo e ‘lento pede’ ce ne andiamo a spasso per la strada principale. Oggi c’é molto gente, la banda, gli Hare Krishna. I palazzi sono belli, un’architettura piuttosto pesante questa qui, fanno grande uso di pietra rossa e nera, ci devono essere delle cave in zona. Ad un certo punto sulla sinistra scorgo un mercatino, Lui sulla destra vede un museo con una mostra sui Medici.
- Andiamo a vedere il mercatino?
- Andiamo a vedere la mostra?
Vince il mercatino. La prima cosa che noto sono pagnotte enormi di pane, saranno lunghe due metri, belle, pane casereccio, sembra, alzo lo sguardo e sopra, con altre pagnotte è scritto ‘Italia’. Ecco, mi pareva. Accanto alle pagnotte ci sono due musi di porchetta, non credo ai miei occhi, la porchetta ad Heidelberg? E poi salami, mortadella, vino italiano, crema di tartufi, tomini, proseguiamo, oltre vendono vino, dolci alle mandorle, cantucci, cacio cavallo lucano, funghi. I commercianti italiani richiamano la clientela a suon di ‘Bitteeeee!!!’ Esterrefatti non sappiamo dove giraci, scopriamo che è la settimana italiana, apriamo impazienti i portafogli per sapere fino a che punto ci possiamo rovinare e ci sparpagliamo. Quando ci ricapita una manna del genere! Soddisfatti e rovinati proseguiamo la passeggiata avvolti nell’aroma dei funghi porcini, per nostra fortuna gli altri esercizi sono chiusi, quelli accetterebbero carte di credito. Gli edifici sono belli, e poi ci sono un sacco di lapidi commemorative, da leggere, tradurre e da fotografare. Goethe è l’equivalente tedesco di Garibaldi, è stato ovunque, ha dormito in centinaia di letti e solo per questo gli hanno dedicato altrettante lapidi. La cena a casa è stata memorabile, Lui si torceva dal piacere in modo quasi imbarazzante bisbigliando rapito
- Buono … che buono … mmmmhhhh … che buono … oohhhhh … che buono
- E basta!
La guastafeste sono io.