Cefalonia

E’ estate, io e Lui, come tanti italiani, partiamo per le isole greche, in traghetto, con la nostra minuscola utilitaria. Abbiamo scelto un percorso fra i meno frequentati, almeno per ora. Sbarchiamo a Cefalonia, alloggiamo a Poros, un piccolo paese raggiungibile attraversando le montagne coperte da una vegetazione selvaggia. Sull’isola stanno girando un film, “Il mandolino del capitano Corelli”, ambientato durante la seconda guerra mondiale, nel periodo di occupazione italiana. Lo veniamo a sapere quando vogliamo recarci in una delle spiagge più belle dell’isola, la strada di accesso è bloccata perché attraversa il set cinematografico, è necessario quindi lasciare la macchina e salire su di un pullman locale che ci porterà a destinazione, attendendo pazientemente la fine della ripresa delle scene.

E’ una splendida giornata di sole, la vacanza è iniziata da una settimana ormai e noi siamo rilassati, contenti e appena abbronzati. Ho un cappello di cotone lilla ed un vestitino azzurro a fiorellini che uso come copricostume, sembro una ragazzina. Prendiamo il pullman, i sedili sono di plastica marrone, una sofferenza, la musica è alta e rigorosamente greca, l’autista corre sui tornanti cantando a squarciagola, io guardo dal finestrino gli strapiombi che si aprono sotto di noi, ma non ho paura, sto bene e non vedo l’ora di scoprire la bella spiaggia. Ho la macchina fotografica in mano, attraverseremo il set, chissà che io non riesca a fotografare qualche scenografia e, perché no, qualche star hollywoodiana del ricco cast. Improvvisamente ci fermiamo, la radio viene spenta, l’autista smette di cantare e scende. Ora c’è solo silenzio. Lungo tutta la strada ci sono grossi Tir, attendiamo sotto il sole, pazientemente. Qualche minuto dopo l’autista torna, sale, mette in moto e riparte lentamente. I miei occhi sono sgranati, si intravedono le prime impalcature, i primi mezzi militari. Oramai siamo nel centro del paese ricostruito: è tutto finto, le case, la chiesa, il suolo in terra battuta. Ci sono le comparse che passeggiano o si riposano all’ombra, gli abitanti in costume, i soldati italiani e fra loro i miei occhi cercano un volto noto, senza trovarlo. Ci fermiamo ancora una volta e io scatto qualche foto alla Cefalonia di cinquant’anni fa. Accanto a noi si arresta una camionetta, scendono altri soldati, sono truccati, attori o comparse, chi lo sa. Abbasso l’obiettivo, uno di loro si ferma, mi guarda, mi sorride, anche io lo guardo e gli sorrido, e mentre sono ancora così, seduta sul mio sedile di plastica, un volto dietro un finestrino, lui rapido prende una macchina fotografica, punta l’obiettivo su di me e scatta, abbassa l’obiettivo, mi sorride ancora e se ne va’. Io resto immobile un attimo, incredula, lo guardo mentre si allontana.

Lui ascolterà, paziente e divertito, i miei squittii vanitosi che animeranno inevitabilmente il resto della nostra giornata, trascorso sulla spiaggia fantastica, in un’isola greca, tanti e tanti mesi fa.

5 Responses to “Cefalonia”

  1. desimo writes:

    ma lo sai che molte parti di quel film le hanno girate a malta mentre abitavo lì?? non sapevo che fosse stato girato anche a cefalonia (isola che ricordo molto bella… ci sono stata 10 anni fa e la girammo tutta in motorino dormendo in spiaggia… beata gioventù!!!! :PPPP)

  2. Myria writes:

    …beh, ogni tanto la vanità ha pieno diritto di esprimersi!

  3. Bad writes:

    Era Nicholas Cage truccato, tu non l’hai riconosciuto. Da allora il buon Nicholas non dorme più la notte, pensando a quella turista italiana a cui ha scattato una foto quel giorno d’estate di qualche mese fa. Ti piace come storia? Ciao.

  4. occhivispi writes:

    Povero Nicholas, chi avrebbe mai potuto immaginare tali tormenti ! La vita, purtroppo, si burla di noi, a volte.

  5. Bad writes:

    Lo fa sempre….

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