Lontana è la primavera

Fino ad ora non ho mai descritto il luogo in cui vivo, quindi ora vi beccate una bella descrizione. Qui in Germania é considerata una cittá, noi forse la troveremmo piuttosto una cittadina, soprattutto venendo da Roma. La maggior parte degli edifici non supera i due piani, molte sono le case con i tetti rossi spioventi, pochi gli edifici antichi, pochissimi quelli originali, grazie agli inglesi che durante la guerra hanno pensato bene di favorire la riurbanizzazione di tutte le cittá tedesche, al ritmo di una al giorno. Nel dopoguerra hanno ricostruito tutto il piú rapidamente possibile, senza curarsi troppo dell’estetica, per cui ogni tanto qualche grossa bruttura cubica a finestre quadrate fa bello sfoggio di se. Piú recente è il grattacielo cittadino, una ventina di piani, arancione davanti, verde smeraldo dietro, il mio punto di riferimento per orientarmi in macchina.

Il centro commerciale è forse il posto che amo di meno. E’ piuttosto anonimo, i tedeschi hanno un gusto estetico ruvido e pratico, le vetrine non sono accattivanti, le scarpe sono tutte disposte allo stesso modo, una accanto all’altra, i vestiti, che a loro dire richiamano la moda italiana, sono carichi di colori e di pieghe disordinati. Per rendere il centro piú accattivante lo hanno riempito di leoni di cartapesta, assolutamente identici nella sagoma a grandezza naturale, differiscono per le fantasie di colore: alcuni sono antropomorfi, musi con il rossetto e seni inesistenti, altri sono stellati, a righe, monocromatici, dorati, sono tutti assolutamente brutti, e sembrano non volerli piú togliere. L’area coperta è spesso sede di mercatini dell’antiquariato e di libri usati. Ora hanno allestito un’esposizione dedicata ad Elvis Presley: ci sono le foto, i dischi, i suoi costumi di scena e la sua ultima enorme Cadillac, non ne avevo mai vista una cosí prima, dal vivo.

Le persone che vedo sono piuttosto normali, non indossano la divisa come nei film, gli adolescenti poi sono identici a quelli che vedo a Roma, i Punk invece sono gli stessi di Londra. I poveri, gli zingari, qui non esistono, apparentemente. Le donne non curano il loro aspetto piú di tanto, escono anche se non hanno la borsa coordinata con le scarpe, coordinate con la sciarpa, coordinata con i guanti, coordinati con il cappello, coordinato con il trucco, coordinato con i gioielli. Ci sono molti stranieri, soprattutto turchi, le loro donne spesso con le ‘cape e pezza’, ma anche asiatici e tanti italiani, persino lo stereotipo del siciliano, con la scoppola in testa e la parlata meno comprensibile del tedesco.

Le strade sono ampie e silenziose, poco trafficate, anche nelle ore di punta. Spesso mi trovo a pedalare nel piú assoluto silenzio, avverto solo il fruscio delle mie ruote sull’asfalto. La cittadina é costellata di parchi spaziosi all’interno dei quali si trovano scoiattoli, prati, laghetti, alberi secolari imponenti, pesanti sculture discutibili. Uno di questi parchi, il mio preferito, ha una collina con un bel roseto e dopo il roseto c’è la campagna, spariscono tutti gli edifici e nell’ampio orizzonte si vedono solo campi, boschi e sentieri. Quando nevica, come ora, il silenzio diventa ancora piú intenso, e con il freddo gli alberi spogli nei parchi si cristallizzano di brina fino a sembrare di vetro. Di notte cala il buio, non ci sono insegne luminose, pannelli pubblicitari, ma solo lampioni dalla luce arancione, disposti lungo un unico lato della strada e la luce proveniente dalle finestre delle case e dai locali. Non é un buio triste, anzi, è caldo, accogliente, discreto, raccolto. Le case, i negozi, non hanno grate, saracinesche, serrande, c’è solo il vetro, le tende, la luce. Mi piace vedere questo posto al tramonto, l’aria è talmente fredda e limpida che si scorgono chiaramente tutti i contorni anche a grande distanza, contorni neri sul blu e sul giallo brillanti, e le luci della cittá giá accese.

 

 

2 Responses to “Lontana è la primavera”

  1. anonimo writes:

    Ho scoperto il tuo blog solo oggi 22 maggio 2006. E’ stupendo. Però cerca di postare un po’ più frequentemente.

    Salutami lo scienziato, non proprio scienziato, insomma quel che le’.

    ciao Andrea

  2. ballachetipassa writes:

    #ANDREA, Ciao ! Benvenuto ! Allora c’é chi passa di tanto in tanto da queste parti. Grazie per i complimenti … suvvia … non esageriamo peró 🙂

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