Decalogo (Parte I)

N° 1 – Il motomunito

Avevo 14 anni, lui 15. Biondo, lentigginoso, appena robusto, denti bicolore, però mi piaceva tanto, non so nemmeno perché, forse perché parlava poco e lasciava quindi molto spazio alla fantasia. Aveva una moto, un Cagiva 125 rosso. Era estate e la spiaggia affacciava sui mari del sud (i nostri, che avete capito). Confidai il mio piccolo segreto ad una ragazzina più piccola di me, ma molto più smaliziata, che fece la ruffiana, ne sono certa, altrimenti né io né lui ci saremmo mai lanciati. E invece una sera nella discoteca del club, dove entravamo di nascosto, perché non eravamo iscritti, mi invitò per un lento e mi chiese se volevo stare con lui. Presa alla sprovvista dissi di si e ci baciammo appassionatamente come pesci per il resto della serata. Né io ne lui avevamo idea di cosa fosse un bacio vero, alla francese, e quindi andammo avanti così per il resto del brevissimo tempo che ci vide l’una nelle braccia dell’altro. Il giorno dopo cadde dalla moto, si fece male ad un piede e quindi trascorremmo il nostro tempo sotto l’ombrellone o a guardare le partite di tennis al circolo, dove entravamo sempre di nascosto. A dire il vero mi annoiavo un po’, infatti continuava a non parlare e la conversazione languiva parecchio. Poi la mia vacanza finì, e dopo due lettere anche la nostra fugace storia.

 

N° 2 – Il devoto

Avevo 15 anni, lui 16. Era sempre estate ed il mare era lo stesso, ma il ragazzo biondo si era già impegnato con un altra ragazza, e gli avevano fregato la moto. Questo era bruno, già panciuto, occhiali dalla montatura pesante, fervente cattolico, ascoltava esclusivamente i dischi dei Pooh. Ecco, io non ero mai stata molto devota, ma ricordo che in quel periodo pregavo tutte le sere. Lui era un chiacchierone, perlomeno non mi annoiavo, e poi mi stava ad ascoltare. A parte questo ed il muretto dove ci siamo baciati, questa volta come si deve, non ricordo molto d’altro. Poi la mia vacanza finì, lo andai a trovare nella città dove viveva, e dopo sedici lettere anche questa storia si spense. Per un po’ pregai con trasporto affinché trovasse consolazione e poi smisi di invocare il Signore ogni sera, amen.

 

N°3 – L’aviatore

Avevo 16 anni, lui 17. Sono una metodica, abbiate pazienza. Il mare quella volta era molto più bello, il posto anche, e lui pure, finalmente. Era un bel ragazzo moro, con un piccolo difetto, era alto 1.97, gli arrivavo all’ascella. Voleva fare il pilota, ma non aveva speranze, non costruiscono gli aerei su misura. La sera ci divertivamo, poi io lo riaccompagnavo a casa e tornavo a godermela con gli altri. Con lui sperimentai il mio primo ed ultimo succhiotto sul collo, un livido grande quanto un’albicocca e dalle mille sfumature che viravano dal viola, al verde, al giallo. Anche questa era una storia destinata presto al fallimento, abitavamo troppo lontani. Peccato però, era il primo femminista che mi fosse capitato, mi aveva trattata molto bene, a parte il succhiotto, ed era stato l’unico che mi fosse venuto a trovare durante l’inverno.


4 Responses to “Decalogo (Parte I)”

  1. anonimo writes:

    Finora non mi riconosco in nessuno di questi. Attendo impazientemente gli altri! 🙂

  2. occhivispi writes:

    Beh, sono tutti diversi, ma a modo loro dei personaggi, chissà.

  3. Myria writes:

    Metodica davvero! Comunque piccoli e lenti progressi si intravedono… ora confidiamo nel 18enne e nel 19enne…

  4. fantamoni writes:

    eh sì, ti sei fermata proprio sul più bello… attendiamo trepidanti gli anni successivi!

Leave a Reply