Fracchie

  • Le devi vedere assolutamente!
  • Ma io volevo andare al cinema a vedere …
  • Al cinema!? Ma questo è uno spettacolo unico al mondo! Non puoi perderlo!

E con questa motivazione che la sera del venerdì santo mio suocero carica sua moglie, me e suo figlio sull’automobile, e ci guida alla volta del paese natale, dove ha luogo la processione delle fracchie. Ogni anno i suoi compaesani radono al suolo parte del bosco sul Gargano per preparare le fracchie, le grosse fascine di legna a forma di cono che nella notte della passione vengono arse e trascinate a braccia per il paese, in una processione che precede la statua della Madonna e che nella tradizione illumina il cammino della madre alla ricerca del figlio perduto. Ogni associazione ha la sua fracchia, decorata da bandierine e immagini votive. La processione è anche una gara. Lungo il percorso sono infatti disposti dei giudici che giudicano ogni fracchia dalla grandezza, da come brucia la legna, da quanto a lungo dura il fuoco e in base ad atri imperscrutabili dettagli. Alla fine della processione sono assegnati i premi.

Quando arriviamo le fracchie sono ancora tutte integre, ferme, allineate lungo il percorso in ordine di grandezza, partiranno prima le più piccole, quelle trascinate dai bambini. Occorre aspettare il buio per dare inizio allo spettacolo. Nel frattempo la gente è tutta per strada, la municipale, i vigili ed i carabinieri sono già nel panico. Strada facendo incontriamo un sacco di gente che ci saluta, ci ferma, parla con i suoceri, ci scruta curiosa. Quando vediamo la colonna di fumo che si alza capiamo che la processione è iniziata, e capiamo anche che siamo sul lato della strada sottovento. La colonna di fumo si trasforma lentamente in un colonnato che avanza nella folla, ancora lontano. Passa una buona mezzora prima che si riesca a vedere il primo tizzone, e che si cominci a tossire.

La faccenda è lunga, la processione procede a piccoli passi e con molte soste, quelle necessaria ad attizzare il fuoco delle fracchie, a spalare i carboni ardenti che cadono sull’asfalto, ad allontanare la folla sospinta da altra folla direttamente verso il fuoco, dato che lungo la processione non ci sono transenne, ma solo uomini delle forze dell’ordine urlanti. Mi lacrimano gli occhi, comincio ad avere le visioni, ecco che nella nuvola di fumo compare la Madonna, le braccia levate al cielo, immobile, odo anche i cori celesti in addolorato e stonato lamento. Al diradarsi del fumo, grazie ad una misericordiosa folata di vento, vedo un gruppo di donne disadorne, vestite di nero con dei fazzoletti al collo, sono loro che cantano, una scritta sul fazzoletto le identifica come appartenenti alla “confraternita dei sette dolori”. Al loro coro risponde un coro di uomini contriti, sono coloro che portano la statua della Madonna, vestiti di nero come monache, con il fazzoletto sulla testa. Io continuo a piangere.

Inaspettatamente dietro alla madonna compare un centurione romano, ne seguono altri, fra loro c’é un Cristo insanguinato che trascina una croce, a tratti si gratta il viso, tossisce ed aspetta paziente che qualcuno spali la brace davanti ai suoi piedi. Un centurione approfitta della pausa per prendere un bambino in braccio e sorridere mentre una telecamera li riprende. Due soldati invece rompono le file e se la ridacchiano tra loro. Dietro vengono i due ladroni, con le croci più piccole, attrezzati con scarponcini da lavoro, loro, mica come il Cristo in sandali. Seguono le varie Marie ed altri protagonisti della vicenda non ben riconoscibili, uno di loro risponde imbarazzato al cellulare per poi riporlo nella bisaccia.

Segue il corteo dei fedeli, e dietro i pezzi forti della serata, le fracchie grandi, quelle alte che arrivano al primo piano dei palazzi. La cortina di fumo diventa impenetrabile, il calore insostenibile, le urla inquietanti, siamo all’inferno. Inspiegabilmente la processione è quasi bloccata, le fracchie ardono, il legno crepita, tutti si agitano ma nessuno riesce ad avanzare. Una delle fracchie, una delle ultime, è stata accesa troppo presto ed il fuoco rischia di estinguersi prima che abbia raggiunto la fine della processione, motivo per il quale potrebbe non essere premiata. Quelli che la trainano decidono quindi di ingaggiare un sorpasso. Urlano verso quelli che li precedono che rispondono urlando e si scansano leggermente, quanto basta per un misero avanzamento. Le due fracchie sono affiancate, ma ferme, le fiamme lambiscono le chiome degli alberi del viale, uno di questi prende fuoco, le urla si alzano, e tutti si agitano, trainando le fracchie a destra e a sinistra nel vano tentativo di fare spazio, l’avanzata è sempre bloccata. Io comincio a dare visibili segni di ansia, mio suocero li scorge e mi tranquillizza.

  • Non ti preoccupare, non è niente! Il morto non c’é mai scappato, solo qualche ferito. E una volta ha preso fuoco un balcone nella parte vecchia. E poi guarda, si stanno divertendo, e tu? Tu non ti stai divertendo?
  • Ehm, ecco, io … oddio … il fumo … svengo, portatemi via.

Ci allontaniamo rapidamente, le urla in lontananza finalmente vanno smorzandosi.

3 Responses to “Fracchie”

  1. antopima writes:

    .U.u

    me le ricordo si si molto bene!

    ma ti è piaciuto?:P

  2. Myria writes:

    Deduco che tuo suocero sia originario del paese più campanilisticamente odiato in toto dal mio, che gli è confinante. Nzomma, come avrai ben capito, un motivo ci sarà! Ciau!

  3. anonimo writes:

    ESAGERATO!!!
    ESAGERATU TU E ESAGERATO IL RACCONTO CHE NE FAI…
    SOLO MYRIA PUO’ DARE CREDITO ALLE TUE MINCHIATE!

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