Shopping

Non mi piace, se potessi lo eviterei, ma almeno una volta ogni lustro occorre farlo. Ma non per me, per Lui. Lui infatti è ancora abituato al fatto che a rinnovare il suo guardaroba ci pensa mamma, ma oramai sono quattro anni che mamma non ci pensa più e il suo guardaroba è rimasto lo stesso di quattro anni fa. Le magliette, le camicie non sono più in grado di svolgere il loro compito primario, ovvero coprirlo dignitosamente. Boxer e calzini invece non sono più in grado di coprilo, punto. Ho cercato di convincerlo, gli ho mostrato i capi più disastrati, l’ho blandito, mi sono indignata e finalmente l’ho spuntata: andiamo quindi a fare shopping per Lui.

Percorriamo la strada dei negozi, Lui vede una libreria, cerca di entrarci, lo trascino via, so infatti che non potremmo più uscirne prima di due ore perdendo di vista l’obiettivo primario. Adocchiamo un negozio con articoli uomo-donna, entriamo, Lui si dirige nel reparto di abiti per lei e comincia a rovistare allegramente alla ricerca di qualcosa che io potrei comprare. Ancora non ci siamo.

  • Vieni via, non siamo qui per questo.

Nel reparto per lui non c’è nulla che lo attiri, alla fine per farmi contenta prende due o tre pacchi di magliette, quattro mazzi di calzini, il tutto in meno di cinque minuti, e si avvia alla cassa.

  • Ma dove vai, e le camicie? E i pantaloni?

Torna indietro, afferra due o tre pantaloni, più o meno identici a quelli che già possiede e si trascina nello spogliatoio, impiega un tempo lunghissimo per cambiarsi, esce con l’aria delusa, si guarda i piedi, mette le mani sul sedere, finge di saggiare la stoffa, esegue qualche movimento di ginnastica pre-sciistica guardandosi le ginocchia, fa insomma tutto tranne quello che dovrebbe fare, ovvero portarsi davanti ad uno specchio e guardare nello specchio. Cerchiamo lo specchio, lo troviamo, ma niente da fare, non è convinto, pazienza sarà per la prossima volta, fra un altro lustro.

Ma ecco che a sorpresa, uscendo dal negozio di abbigliamento, davanti alla vetrina di un negozio di scarpe si entusiasma e indica vivacemente verso l’interno, in direzione di un paio di stivali di pelle nera alti fino al ginocchio.

  • Ma quelli sono da donna! Cosa c’entra! Guarda invece quante belle scarpe da uomo, se fai il bravo e ne scegli un paio io mi compro gli stivali.

Cosa mi tocca fare. Mi guarda di sottecchi, non è convinto, crede che sia un tranello, ma alla fine entra. Si impegna a lungo e sceglie vari modelli di scarpe, infilarli è un’impresa, allacciarli non ne parliamo. Chiede al commesso di tastargli l’alluce, non riesce infatti a capire se la lunghezza è quella giusta. Finalmente si alza in piedi, ricomincia con la ginnastica pre-sciistica e inizia a camminare, però all’indietro. Mi chiedo se, una volta acquistate le scarpe nuove, intende camminarci così. Incredibile, gli piacciono! Usciamo dal negozio, lui con le scarpe nuove ai piedi e io ovviamente senza stivali.

Finalmente possiamo tuffarci in libreria.

4 Responses to “Shopping”

  1. Myria writes:

    Che faticaccia… ci vogliono pazienza e strategia… io non sono affatto portata per il ruolo di donna-mamma, e quando l’uomo in questione mi passava a prendere brontolando che DOVEVA comprarsi qualcosa, e poi iniziava a chiedermi COSA doveva comprare e che taglia LUI portasse… rischiavo di dare in escandescenze…

  2. rotaciz writes:

    Quanto ti capisco…

  3. keeton writes:

    Che piacere tornare qui! Sei cosciente del fatto che sei una delle pochissime ragazze a cui non piace fare compere?:-)
    un bacio

  4. anonimo writes:

    per dieci lunghi giorni ho guardato una ragazza,l’ho fissata lei mi fissava, senza che nessuno di noi due si facesse avanti, il mio cuore e pazzo di lei, anche lei è pazza di me, ci siamo lasciati per poi scriverci in mail, io ti amo elena ti amo, voglio che lo sappiano tuti, ti voglio per sempre mia

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