Amiche

C’erano una volta due bambine molto piccole, una bionda con gli occhi azzurri e l’altra castana dagli occhi mori. Le mamme le portavano tutti i giorni alla scuola materna dove giocavano insieme. La bionda era molto vivace, fantasiosa, forse un poco accentratrice, ma molti bambini lo sono, mentre la bruna era timida, schiva, anche se chiacchierona. Stavano bene insieme e crescevano. La bionda era l’ultima figlia di una famiglia molto numerosa e la bruna, che al contrario era figlia unica, amava molto andare a giocare a casa sua, dove c’era molta vita e disordine, dove a pranzo non riusciva a mangiare dal gran ridere.

Le bambine si ritrovarono insieme a scuola, con una maestra molto severa e cominciarono a cambiare. La bruna divenne disciplinata, ordinata, brava ma un poco triste mentre la bionda soffriva per le umiliazioni inflitte quando non riusciva ad essere brava, brava come la bruna. Giocavano sempre insieme, anche d’estate e cominciarono a leggere i libri. Nelle case dove vivevano c’erano libri di ogni tipo e loro leggevano tutti quelli che trovavano, anche quando non era adatti, e se li scambiavano. La bionda scriveva storie e poesie, la bruna diari.

Continuarono per molti anni, ad andare nelle stesse scuole, a frequentare la stessa classe, a sedere dietro lo stesso banco. La bionda con il passare degli anni si chiuse in se stessa, non amava molto la compagnia, non amava la scuola, appena poteva fuggiva nella sua casa dove si sentiva protetta, usciva solo in compagnia della bruna o delle sue sorelle ma si sentiva sempre a disagio, sempre fuori posto, diventava aggressiva, non riusciva a legare con altre persone, non voleva guidare la macchina, nonostante avesse preso la patente, amava soprattutto leggere e guardare film, la sua vitalità, la sua creatività erano relegate, imprigionate, escluse. La bruna invece divenne meno timida, terminò i suoi studi, aveva amici, ragazzi, faceva molte cose che le piacevano, aveva insomma una vita normale, ma non si dimenticava della bionda, cercava, come poteva, di coinvolgerla nella sua vita, anche se a volte faceva fatica, anche se soffriva nel vederla soffocata dalle sue paure, dalle sue ansie.

Un giorno la bionda chiamò in lacrime la bruna, sua madre era morta. Quel pomeriggio la bruna lasciò tutto e si precipitò a casa della bionda, si immerse in un dolore più grande di lei, abbracciò l’amica, cominciò a parlare a vanvera a coloro che ascoltavano avidamente per dimenticare, anche se per un solo istante. Ascoltò i racconti di ognuno, l’incredulità, e vide, nonostante tutto, il segno tangibile della forza che la madre aveva lasciato in eredità a tutti. Si aggirò per le stanze della casa che per tanti anni era stata anche la sua, guardò la tavola che la madre aveva apparecchiato per il pranzo, i vestiti imbastiti che la sua mano non avrebbe più cucito e alla fine della giornata si sedette con l’amica e con i fratelli a quella tavola per mangiare il pasto che lei non aveva consumato.

I mesi che seguirono non furono facili, ma qualcosa cominciò a cambiare. La bionda cominciò a parlare di amici nuovi, di serate piacevoli e il giorno di Natale chiamò la bruna per annunciarle che si era fidanzata. La bruna, con la cornetta del telefono in mano, cominciò a saltare per il corridoio e ad urlare pazza di gioia, una scena da stadio. Conobbe il fidanzato, una persona squisita, vide la sua amica rifiorire, tenere banco, parlare e scherzare con le persone, e rivide, per la prima volta dopo molti anni, quello spirito che da bambina l’aveva catturata, libero e ancora vivo.

 

Mercoledì scorso ci siamo riviste, siamo ancora insieme dietro un banco di scuola, un laboratorio di scrittura creativa che abbiamo scelto per divertimento, lei, la bionda, mi sorride e mi dice, “Te lo dico prima, così non me ne dimentico, mi sposo a settembre”. Io ho sorriso, mi sono commossa, non ho potuto saltare dalla gioia perché c’erano troppe persone intorno a noi e ho pensato che ne abbiamo fatta veramente tanta di strada insieme, che siamo cambiate, che cambiare è possibile, nonostante tutto o forse grazie a tutto.

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